Il prefetto di Napoli Andrea De
Martino ha malamente interrotto un sacerdote durante la sua esposizione per denunciare l'ennesimo saccheggio del territorio perpetrato da anni dalla camorra
con le disinvolte tecniche di smaltimento che tutti conosciamo. La colpa di Don
Maurizio Patriciello? Ha dato della "signora" al prefetto di Caserta
Carmela Pagano presente all'incontro e il collega napoletano si è sentito in
dovere di richiamarlo all'ordine invocando il rispetto delle istituzioni dello Stato e
impartendogli la giusta lezione sull'uso corretto degli appellativi per i suoi rappresentanti. Va bene. Peccato che i due prefetti "offesi"
rappresentino lo Stato laddove lo Stato e le sue leggi non valgono più niente se non per le poche persone come il sacerdote "sgridato" che ostinatamente, cercano solo di
denunciare quello che tutti, altrettanto ostinatamente, continuano a non
vedere. Peccato che pochi giorni fa a Napoli un ragazzo sia stato ucciso per sbaglio per
una vendetta di camorra e qualcuno ha pensato bene di stigmatizzare l'accaduto dicendo che era nel
posto sbagliato al momento sbagliato suscitando, da parte dei genitori della vittima, una delle più civili ed esemplari lezioni
che le istituzioni dovrebbero apprendere: per un ragazzo onesto che amava la
vita non esistono posti o orari sbagliati. I due prefetti sono sicuramente degni rappresentanti dello Stato, ma ritenendo di essere stati offesi hanno creato una barriera ancora più insormontabile tra chi, come Don Maurizio, lotta solo a mani nude contro una criminalità che non ha eguali in Europa e le Istituzioni dovrebbero dare strumenti e risorse per combatterla, non lezioni di bon ton. A distanza di 48 ore
il prefetto di Napoli ha cercato di stemperare la reazione di un'opinione pubblica abbastanza sconcertata affermando che don Patriciello avrebbe avuto probabilmente la medesima
reazione se qualcuno lo avesse chiamato semplicemente signore. Mi piace pensare
che Don Maurizio in questo momento abbia cose più importanti da fare che
rintuzzare polemiche che non portano da nessuna parte. Ma penso che una persona
come don Maurizio non si sarebbe fatto nessun problema se qualcuno non l'avesse apostrofato con i titoli corretti. Avrebbe
semplicemente risposto: io sono solo un Uomo. Con la U maiuscola, signor Prefetto,
questa ci vuole.
Attraverso le nostre scelte consapevoli è possibile diminuire i consumi per l'affermazione di un'economia sostenibile ed equa. Dai modelli di comportamento, ai trasporti e alle letture tutto è materia per un approfondimento che porti a discriminare tra l'utile e il vacuo, tra la sostanza e l'effimero, tra il modello virtuoso e il pedissequo seguito a richiami di inconsistente benessere.
domenica 21 ottobre 2012
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