La senatrice Liliana Segre ha ritenuto opportuno chiedersi se sarà ancora necessario scappare dal proprio Paese per evitare nuove discriminazioni. Posso immaginare il dolore e la rabbia della senatrice che oltrepassati i novant'anni si trova ancora a dovere assistere all'ennesima sconcia rappresentazione di fanatici e teste rasate che inveiscono contro ebrei, diversi e avversari politici. Subito accorrono i rappresentanti dei partiti di maggioranza per escludere ogni pericolo di ritorni al passato, deportazioni, progrom o notte dei cristalli.
Ma il fatto che una persona, si, basta anche una sola, abbia avvertito la sensazione di sentirsi in pericolo, comporta il fallimento della politica. Le rassicurazioni sono forse peggio del buco.
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