venerdì 27 febbraio 2015

Olangans

Se si volesse a tutti i costi tirare una conclusione a corollario dei fatti di Roma, gli hooligans olandesi che hanno vandalizzato la città, quella che meglio calza è che nessuno paese e abbastanza civile ed evoluto da stroncare le intemperanze di un gruppuscolo di imbecilli, invasati ed irresponsabili. L’altra conclusione, meno scontata, è che il calcio ha una sua retorica che è uguale ovunque: violenza, dissennatezza, oltranzismo e odio. E così è in tutte quelle manifestazioni dove ci sia una bandiera intorno alla quale raccogliersi per sentirsi più forti, per nascondere le insicurezze e la propria vigliaccheria.  

sabato 21 febbraio 2015

Chi divide e chi unisce

Il mondo contemporaneo è orfano di figure che sanno unire. Lincoln, Gandhi, Martin Luther King, Nelson Mandela hanno vissuto affinché il mondo fosse più unito, più uguale. Non ci sono pienamente riusciti, ma hanno pensato in questi termini. E il loro pensiero è quanto oggi li fa ricordare e rimpiangere. Molti di costoro non disponevano neppure di potere. Solo con il carisma e la perseveranza hanno riunito milioni di persone in un ideale di lotta che ha portato la parola uguaglianza e libertà su un gradino un po’ più alto che in precedenza.
 Il nostro tempo è il tempo delle persone che agiscono per dividere. Creano fratture e divisioni e dove non ci sono tensioni scavano una piccola buca che qualcuno poi riempirà di esplosivo per aprire il divario.
Queste persone molto spesso agiscono in ragione di un mandato, ovvero hanno il potere, ma la loro forza e la loro autorità viene spesa per creare odio, frustrazione, rabbia e paura. Poi queste persone condannano il terrorismo e chi ammazza in nome di una religione o, peggio ancora, di un Dio. Ma non sono sincere perché le condizioni affinché l’odio esplodesse sono state create anche da loro.
Nessuno può dire con sicurezza che sia più conveniente avere persone che usano la propria forza e la propria intelligenza per unire o per dividere. Sognatori, idealisti, eroi e grandi uomini di stato si trovano da entrambe le parti. Ognuno con un inevitabile fardello di meriti e colpe. E quasi tutti con una fine tragica. Ma un mondo che segue una persona con una grande idea di giustizia e di democrazia è senza dubbio un mondo che in cui vale la pena vivere.
Nessuna figura che sappia unire perché non c’è più niente da unire, potrebbe obiettare qualcuno. E qui sta il punto: un ideale non si inventa dal mattino alla sera. L’ideale universale di non violenza, di uguaglianza di pari dignità e di pari diritti erano solo un sogno, ma qualcuno ha saputo tramutarli in un movimento fatto da milioni di persone che correvano da una parte all'altra di Paesi sconfinati.

Quello che manca oggi non sono le persone che sappiano unire, ma le idee per le quali grandi figure di uomini decidano di muoversi e sacrificarsi.

lunedì 9 febbraio 2015

Perdono tardivo

Salvini chiede perdono al Sud. Fa ammenda dei suoi strali contro la razza meridionale parassita, lassista e incapace. Riconosce che troppe parole (parolacce) in libertà possono aver causato qualche problema di popolarità presso le latitudini più estreme della Penisola. Peccato che il suo senso di colpa sia esploso proprio in Sicilia dove la parole valgono molto e se vengono dette, quando vengono dette, hanno un'efficacia micidiale. I siciliani le parole le sanno usare molto bene non tanto perché abbiamo maggiori capacità di comprenderne il significato, ma perché ne soppesano saggiamente il valore. Come i soldi: una volta spesi non tornano più. Per questo, spesso le parole sono superflue. Basta un'occhiata per intendersi. Salvini ha già parlato troppo. 

Da che parte sta Dio?

Se la religione è vita, dio sempre più vuol dire morte.
Sia che si tratti di riti sacrificali, sante crociate, eccidi di piazza in nome della Reazione, conflitti nel nome di Dio, Patria e Famiglia, tiranni sterminatori idolatrati o guerre jihadiste nessuno di questi orrori è stato orfano del proprio dio. Dio che non ha mai trovato un fiero nemico. Il dio che uccide sta sempre da una parte. Non ha importanza se giusta o sbagliata; nessun fiero antagonista si mette contro di lui. Perché o si è con lui o si è traditori. Il risultato sono i milioni di morti la cui conta non è ancora finita.
E' facile trovare nel proprio dio la ragione per andare ad uccidere, farsi uccidere o morire insieme agli infedeli. La monoliticità del proprio credo è la certezza che può dare la forza per compiere gesti scellerati dal farsi saltare con una cintura di tritolo a minacciare lo sterminio di un popolo.
Dio è certezza, un valore assoluto, non come la religione che e cosa di uomini e come tale può cambiare come è giusto che cambi il mondo. Ben vengano allora lo studio delle religioni, l'ecumenismo, il favorire la nascita di luoghi di culto in altri Paesi per uno scambio di saluti e di benedizioni in tutte le lingue del mondo. Perché dio è uno solo e non può fare la guerra contro se stesso.  


La forza della reazione