giovedì 25 agosto 2011

Acqua: la liberalizzazione corre sui binari


A dispetto del risultato dei referendum che ha sancito che agli italiani l'acqua piace pubblica e a prezzo politico, nelle stazioni italiane l'acqua è asservita agli interessi del capitale già da parecchio tempo. Attraverso l'opera costante ed inesorabile di eliminazione sistematica delle fontanelle dalle stazioni e il posizionamento degli ingombranti distributori di bottigliette di plastica vendute ad un euro per mezzo litro, la società Grandi Stazioni ha intrapreso una proficua operazione di speculazione a spese dei propri clienti.
La medesima società ha inoltre innestato un insieme di azioni di marketing per sfruttare il potenziale commerciale dei luoghi di passaggio dei viaggiatori e sempre alla faccia delle reali esigenze della clientela. Avete notato, per esempio, l'invasione di schermi televisivi che trasmettono a rotazione infinita fastidiosi comunicati pubblicitari? E avete notato che è sempre più difficile trovare un monitor o un cartellone che informi sugli orari, sugli arrivi e sulle partenze? Tutto lo spazio disponibile è stato immolato agli interessi degli investitori e, di conseguenza, ai profitti dell'azienda.
Perchè nei parchi pubblici le fontanelle ci sono e nelle stazioni non ci sono più? Provate a pensare quanta gente sosta nei parchi rispetto alle stazioni e troverete che è sicuramente un bel business approfittare della sete di chi viaggia facendogli spendere un euro per mezzo litro d'acqua eliminando ogni possibile alternativa.
Le fontanelle nelle stazioni ci sono sempre state. Piccole o grandi che fossero. Il getto all'insù delle fontanelle di marmo bianco permettava a tutti di dissetarsi in modo igienico o di riempire una bottglietta da portarsi in viaggio. Oggi non si può più perchè qualcuno ha deciso di speculare.
Rivogliamo le fontanelle nella stazioni o almeno un valido motivo che spieghi perchè non ci sono più.

La forza della reazione