Il signor Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, deve avere pensato che se fosse stato zitto, adesso sarebbe meno esposto alle migliaia di critiche che gli stanno piovendo da tutte le parti. Critiche scontate, in alcuni casi ingenerose e offensive, ma pur sempre meritate. Non si dice che se qualcuno dovesse decidere di tagliargli lo stipendio, non gli resterebbe che andare all'estero, soprattutto dicendo che in Germania uno come lui lo pagherebbero tre volte tanto. In Germania, ma forse anche da altre parti, se ti pagano bene per fare andare i treni, i treni, guarda guarda, devono proprio andare bene, essere sicuri e offrire gli standard minimi di pulizia. A tutti, non solo a chi viaggia sull'alta velocità, ma anche ai dannati della bassa velocità, quella spina dorsale dell'economia italiana che si muove in treno per andare a lavorare. Al signor Moretti che vuole andare in Germania bisognerebbe dire che appena un pendolare tedesco s'incazza (ne basta uno, non una schiera che minaccia una class action) sarà lui quello tenuto a dovere rispondere delle inefficienze del sistema che governa. Non potrà certo fare spallucce, come pare faccia ogni tanto, scaricando le responsabilità su regioni e sottoposti vari. O sostenere che bisogna fare guadagnare l'azienda solo con quello che rende (vedi alta velocità) e che tutto il resto sono rami secchi. E soprattutto il signor Moretti, per quel che è pagato, che per poco possa sembrargli sono sempre novecento mila euro, dovrebbe comprendere che nella maggioranza dei casi, e soprattutto di questi tempi, certe cose le persone come lui non le dovrebbero dire. Forse il suo omologo tedesco lo pagano di più anche perché sarà più bravo di lui a mordersi la lingua.
Attraverso le nostre scelte consapevoli è possibile diminuire i consumi per l'affermazione di un'economia sostenibile ed equa. Dai modelli di comportamento, ai trasporti e alle letture tutto è materia per un approfondimento che porti a discriminare tra l'utile e il vacuo, tra la sostanza e l'effimero, tra il modello virtuoso e il pedissequo seguito a richiami di inconsistente benessere.
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