giovedì 13 marzo 2014

Il mondo che riparte con Jérôme

Scrivere una lettera al Papa per farsi ricevere. Incontrarlo e poi decidere di tornare a casa a piedi. Millequattrocento chilometri prima di raggiungere la sua città, Parigi, che poco prima lo aveva visto furoreggiare per il suo spregiudicato agire di spregiudicato trader al servizio di un importante istituto di credito. Che si arricchiva come lui e tanti altri che a fine anno incassavano bonus milionari. Per avere fatto cosa? Quello che andava fatto con il beneplacito di tutti: mettere in atto manovre rischiose per garantire enormi guadagni in poco tempo. Ma una volta che da sani strumenti di arricchimento i future sono diventati la massima espressione di una finanza malata, tutti sono diventati nemici di tutti. E benché ricco, benestante e famoso, anche lui, Jérôme Kerviel è passato dalla parte dei deboli, dalla parte di quelli che il potere della finanza lo possono solo subire. Condannato, deve ora pagare cinque miliardi di euro a Société Gènerale che ovviamente nega candidamente ogni coinvolgimento nelle peripezie del giovanotto rampante. Oggi Jérôme ha in mente altri guadagni: sono i trenta chilometri al giorno che deve percorrere perché vuole tornare a casa. E quando pensa ai soldi pensa solo a risparmiarne il più possibile per potere riuscire a mantenersi con i pochi spiccioli che gli sono rimasti. Ma è sereno, non felice intendiamoci. Ha scoperto cose che per lui non avevano mai avuto valore: una borraccia da riempire lungo il cammino, lo zaino rosso che si porta sulle spalle, i vestiti asciutti dopo un giorno sotto la pioggia, le parole dal Papa che ha voluto parlargli e incoraggiarlo. Forse felice lo sarà dopo che arriverà a Parigi dopo millequattrocento chilometri di via Francigena perché avrà scoperto che si possono fare cose meravigliose anche con molto poco. Sarà felice perché avrà scoperto che è vero che una carriera che finisce non fa finire un uomo, ma è solo l'inizio di una nuova esperienza e che senza quella fine non ci sarebbe stato un nuovo inizio. Sarà felice perché, anche nella disperazione, ha pensato che è di conforto sapere che c'è una strada nuova da percorrere, anche a piedi.  E nella sua felicità si chiederà anche perché il suo vecchio mondo, quello che lo ha usato come un zerbino, non finisca mai. Ma non saranno più problemi suoi.
  

Nessun commento:

Posta un commento

L' America in bianco e bianco