Il vescovo di Asti, monsignor Marco Prastaro, ha scritto una lettera rivolta alla comunità dei fratelli e delle sorelle musulmane per augurare che il periodo del Ramadan coincida con un un periodo di rinnovamento interiore che possa generare opere di misericordia. La parole contenute nella lettera toccano molti punti che le due religioni hanno in comune, soprattutto un cammino verso pace e giustizia.
Questa lettera è un'iniziativa che aveva cominciato il predecessore di monsignor Prastaro, monsignor Ravinale ed è sempre risultata molto gradita alla comunità dei musulmani della città. A fine Ramadan l'imam di Asti invita sempre il vescono alla festa rituale.
Una bella iniziativa che sicuramente scalda i cuori di chi crede che una perfetta integrazione tra culture diverse sia possibile quando persone intelligenti e volenterose si mettono in gioco aprendo il proprio cuore verso lo straniero. La strada a volte è segnata; altre volte bisogna cercarla. Il vescono di Asti, ma anche il preside della scuola di Pioltello la strada l'hanno dovuta cercare. Probabilmente è quella che porterà ai frutti migliori, ma per molti non lo è.
A quei pochi che credono che si tratti di sottomissione e sudditanza verso chi vuole stravolgere "le nostre tradizioni" rispondono ancora i tanti che credono che la prevalenza sia solo quella del rispetto.
P.S.: quando si sente il politico di turno tuonare contro lo straniero che vuole privarci delle "nostre tradizioni" riferendosi alle grandi celebrazioni cristiane provo un certo imbarazzo. Le tradizioni sono il panettone, il pandoro, la colomba e l'uovo. Natale e Pasqua fanno parte della religione. In mezzo c'è solo ignoranza e supponenza.
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