giovedì 15 ottobre 2015

Expo fino in fondo

Cibo, cibo sano, alimentazione e diritto universale a mangiare in modo equilibrato. Dunque prevalenza delle biodiversità, diminuzione delle coltivazioni intensive a favore del frazionamento delle culture, accorciamento della filiera. Se ne è parlato all'Expo per settimane intere. Schiere di esperti si sono avvicendati nel corso di convegni, mostre, incontri, tavole rotonde per trovarsi, alla fine, concordi su un unico punto: le risorse per sfamare tutti ci sono, ma bisogna tenersele buone, facendo per prima cosa, un’efficace lotta allo spreco di cibo. Su questo filone si sono innescate molte campagne per sensibilizzare il pubblico su come limitare la quota di alimenti destinati ad essere dispersi: maggiore efficienza da parte delle grandi catene di distribuzione in fase di approvvigionamento, maggiore controllo sull'effettivo numero di pasti prodotti dai grandi operatori della ristorazione collettiva, prevenzione delle speculazioni da parte delle autorità. Anche la possibilità di portarsi a casa il cibo del ristorante, che prima veniva pudicamente spacciato come avanzo per il cane, è una forma diretta di contrasto allo spreco.
Expo avrebbe la possibilità di affermare con maggiore autorevolezza e coerenza quello che ha proposto come tema della rassegna proponendo una giornata in cui a tutti i visitatori viene offerto, per esempio, il cibo avanzato dal giorno prima, oppure attivare iniziative congiunte con supermercati che mettano a disposizione i propri scarti ancora commestibili, ma non adatti alla vendita sugli scaffali. Ancora:sfamare gratuitamente i visitatori con i surplus di produzioni agricole, risorse alimentari risultanti da processi industriali che, benché integri sotto il profilo della freschezza e della commestibilità, non possono essere confezionanti.
Sarebbe anche abbastanza facile farlo oggi, ma perché non è stata pensata un’iniziativa del genere?

Forse perché Expo non produce cibo in eccesso?. Oppure non vuole perdere introiti per decine di migliaia di euro attraverso le catene di società di ristorazione presenti alla manifestazione? O forse, più probabilmente Expo ha perso una buona occasione per essere fedele a se stesso? O a quello che vorrebbe essere. 

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