giovedì 15 ottobre 2015

Fuori dal mondo

Può esistere un fondamento etico nella scelta di un uomo che ha deciso di scrollarsi di dosso gravose responsabilità e di vivere fuori dal mondo? Difficile rispondere, anzi sarebbe meglio dire, inutile. Dato che si tratta di una scelta compiuta da un uomo, deliberatamente nel pieno delle proprie facoltà a nessuno è dato giudicare l'operato altrui allorché non leda interessi di altri. Ma c'è una perfezione mistica nello stile di vita del papa rassegnato Benedetto XVI. Innanzitutto spirituale: egli è un prete per sempre votato a Dio nella sua interezza fisica mentale. Non deve confrontarsi con i peccati del mondo, con le paludi della fede che si scontra con la mondanità, ma solo con la costante intimità di un pensiero di fede e dolcezza verso l'essenza del Creatore al quale può solo tributare riconoscenza e ammirazione. Mai è stato così prima per lui e mai lo sarà per chi ha fatto la sua scelta, ma la croce la deve portare davvero attraverso un mondo meno agiato e più disperato E' anche una perfezione di vita che sublima le bruttezze che accadono nella sua immediata prossimità fisica: aldilà delle Mura Vaticane, al di fuori del giardino della passeggiata quotidiana e forse, anche nella camera di fianco alla sua, quella di colui che veglia sulle sue necessità, Niente può turbare la sua santa serenità. E' una perfezione di vita che consola chi non gode di questo status eccezionale, cioè noi tutti. Sapere che in un piccolo salotto modestamente arredato in un angolo nascosto di una una piccola residenza protetta dal verde un piccolo uomo vestito di bianco suona al piano l'amatissimo Bach mentre con gli occhi socchiusi si volta a guardare il mondo fuori dalla finestra intorno a lui, aiuta. Anche perché da quella finestra non entra nulla, ma ne esce solo la luce della perfezione.   

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