Le automobili prodotte negli ultimi anni si distinguono
in due grandi categorie: quelle che mostrano il tubo di scappamento e quello
che lo nascondono. I veicoli di basso cabotaggio, come utilitarie, macchine per
famiglie, onesti mezzi di trasporto per chi all'auto non può rinunciare, il tubo
di scarico lo occultano dietro il paraurti. Quelle grosse, potenti e
cafone lo ostentano. Grosso, cromato, prepotente. Un simbolo di maschia potenza da esibire come i colori
sgargianti che ornano il fondoschiena dei babbuini. Due, tre anche quattro in
alcuni casi. Un’aberrazione che Luca Mercalli definisce una mostruosità come un
uomo con due ani. Più che le motivazioni che portano a evidenziare la parte
finale della combustione, che è poi l’origine di buona parte dei mali dei tempi nostri,
bisognerebbe capire perché gli strateghi del marketing automobilistico abbiamo
deciso di non mostrarlo più. In fondo l’auto ha sempre avuto il tubo di
scappamento. E’ connaturato con essa, quasi una funzione sensoriale che le
permette di funzionare, di fare rumore per farsi notare e di emettere
scarichi nocivi per farsi sentire. Non si capisce per quale motivo sia
improvvisamente sparito. Se si tratta di nascondere il fatto che non si vuole
fare vedere che inquinano allora perché mostrare le vergogne di quelle che
invece consumano di più e spesse volte senza motivo? Si vuole sottolineare
l’atteggiamento remissivo e pacifico del suo utilizzatore che farebbe tutto per
evitare di andare in giro a depositare la sua quota giornaliera di CO2, ma che
tuttavia continua ad usare l’auto anche per fare tragitti da passeggiata
balneare? Questo potrebbe essere un buon motivo. Come sempre il marketing
riesce a trasformare le nostre deficienze in modelli virtuosi sempre a patto
che si assecondino i modelli di consumo proposti. E’ oggettivamente difficile
trovare delle argomentazioni ragionevoli. Io avrei fatto il contrario:
nascondere la protuberanza velenosa di SUV, bolidi stradali et similia e fare
pesare di meno le colpe a chi usa la macchina con coscienza e rispetto per gli
altri.
Attraverso le nostre scelte consapevoli è possibile diminuire i consumi per l'affermazione di un'economia sostenibile ed equa. Dai modelli di comportamento, ai trasporti e alle letture tutto è materia per un approfondimento che porti a discriminare tra l'utile e il vacuo, tra la sostanza e l'effimero, tra il modello virtuoso e il pedissequo seguito a richiami di inconsistente benessere.
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