Forse è bene che qualcuno spieghi a Giorgia Meloni che uno stato laico non è quel posto meraviglioso dove non solo la religione non influenza la vita civile, ma anche dove una comunità che forma un Paese con le proprie idee, e convinzioni religiose è in grado di esprimerle e praticarle senza ingerenenze o limitazioni. Tutte le religioni, nessuna esclusa. Tenuto conto però dei molti impedimenti che vengono posti in essere quando si tratta di concedere spazi per la preghiera e le liturgie musulmane, sembra che la laicità vada, è il caso di dirlo, a farsi benedire.
L'invocazione beffarda di Meloni ai magistrati spronati a indagare sull'Imam di Torino suona male in un Paese che invoca la laicità dimenticandosi che l'opera della Magistratura è indipendente e non ascolta richiami o direttive da nessuno, tanto meno dalla politica. Un altro bello scivolone sulla laicità.
La nostra premier invoca l'intervento della Magistratura sull'Imam per supposta propoganda jihadista avvenuta in occasione dell'occupazione dell'università di Torino. E' doveroso certamente nel caso in cui si approfittasse di una sede istituzionale per diffondere proclami violenti indagare i facinorosi, processarli e condannarli. Ma se si fosse trattato di un'opinione politica espressa da un una persona sentimentalmente vicina ad un popolo che sta subendo un assurdo martirio per accusare gli autori di questa sciagurata carneficina, allora, forse è meglio parlare di libera espressione di un'idea e non si può accusare una persona di terrorismo solo perchè parla arabo.
La presidente del consiglio richiama i principi della reciprocità asserendo che gli islamici pretendono di fare proseliti "a casa nostra" e poi impongono di togliere il crocefisso dalle aule. A parte il fatto che il crocefisso andrebbe subito tolto da tutti i locali pubblici, non per imposizione altrui, ma per intelligenza e spirito laico dello Stato che deve evitare tutto quanto può essere divisivo. Come capita spesso con l'avvento del populismo al potere si tende spesso (e malignamente) a confondere fede e tradizione. Il simbolo della cristianità appeso ad un muro come la pizza e il parmigiano e guai a chi ce li toglie.
La nostra premier dovrebbe fare molta attenzione prima di lanciare strali contro gli esponenti di altre religioni, in primis musulmani, trincerandosi dietro le supposte attività di terrorismo o di radicalizzazione di giovani universitari. Il processo di integrazione del nostro Paese, è lungo e complesso, ma soprattutto delicato e la consapevolezza che centinaia di migliaia di uomini e donne di buona volontà lavorano quotidianamente per formare gli italiani di domani dovrebbe fare pensare prima di parlare.
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