giovedì 10 ottobre 2013

Sbagliando non si impara

Ho fatto bene a leggere "Il Libro Nero della Democrazia" scritto da Furio Colombo e Antonio Padellaro uscito nel 2002. Ho fatto bene perché dovevo rafforzare in me la convinzione che non vivo affatto in un paese normale. Il libro scritto dai due giornalisti, allora in forza all'Unità, mi ha aiutato a rispolverare i piccoli grandi disastri della politica di governo berlusconiana: le sue malefatte, i soprusi e le figuracce barbine di un periodo disgraziato della nostra vita politica. In un paese normale, appunto, una persona così dopo averne combinate solo la metà di Berlusconi, sarebbe sparito dalla circolazione senza tanti complimenti. Invece - ecco perché non siamo un paese normale - ha continuato a rimanere un auge, governare (peggio di prima) per quasi altri cinque anni e influenzare negativamente la già difficoltosa ripresa dalla deriva qualunquista imperante in Italia. Tralascio anche il fatto che il periodo preso in esame da Colombo e Padellaro non coincideva con l'esordio politico di Berlusconi, dato che era già entrato in politica da almeno sei anni riuscendo pure a governare per pochi mesi. Le pessime figure a livello di politica internazionale, i tentativi di banalizzare con riforme imperniate sulla visione aziendalistica la dignità di ministri, ambasciatori e parlamentari, il fallimento morale del G8 di Genova, la protervia usata per sconfiggere e togliere di mezzo chi lo criticava a partire dai giornalisti non inquadrati tutto questo sarebbe stato comunque accettabile in un paese normale perché sbagliare, ogni tanto è possibile. Ma non nel nostro caso.  

Furio COLOMBO, Antonio PADELLARO (2002), Il Libro Nero Della Democrazia - Vivere sotto il governo Berlusconi - Baldini & Castoldi - ISBN 88-8490-263-0

2 commenti:

  1. Verissimo, Infatti l'anomalia è stata lui: il cancro della democrazia, quello che ne ha cambiato il Dna

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  2. Esatto. Chi sa di avere un cancro per lo meno cerca di liberarsene. Noi l'abbiamo alimentato.

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