Passate le feste ci si dimentica velocemente degli inganni denunciati da scontrini esosi per quattro misere consumazioni al tavolino di un locale esclusivo. Ho volutamente aspettato qualche giorno prima di esprimere il mio punto di vista su vacanzieri colti da raptus di presenzialismo che si trovano loro malgrado buggerati e sbeffeggiati da quel mondo che tanto inutilmente perseguono. Ho voluto vedere quanto seguito potessero lasciare notizie così insulse e prive di valore e ho constatato che le polemiche e le proteste di qualche miliardario in via di redenzione sono ricordi agostani, completamente assorbiti dagli scontrini non meno esosi del supermercato che, nonostante gli aumenti, nessuno metterà mai in rete. Rimane solo la beffa, non dell'esborso sostenuto, ma per la magra figuraccia fatta mostrando al mondo un tentativo maldestro e impacciato di spacciarsi per quello che non si potrà mai essere: uomini di mondo. Nel frattempo mi è anche capitato di venire a conoscenza di quanto costasse il biglietto di prima classe sul viaggio inaugurale del Titanic: l'equivalente di più di 72 mila sterline di oggi. Una cifra considerevole se paragonata al passaggio in terza classe che prosciugava le tasche dei disperati in cerca di fortuna, ma che era comunque abbordabile. Eppure mi sembra che i vari Astor, Guggenheim e compagnia non abbiamo sollevato polemiche sull'esosità dell'esborso. Noblesse oblige, miei cari, anche se la nave va a fondo.
Attraverso le nostre scelte consapevoli è possibile diminuire i consumi per l'affermazione di un'economia sostenibile ed equa. Dai modelli di comportamento, ai trasporti e alle letture tutto è materia per un approfondimento che porti a discriminare tra l'utile e il vacuo, tra la sostanza e l'effimero, tra il modello virtuoso e il pedissequo seguito a richiami di inconsistente benessere.
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