I pellegrini in viaggio verso i monasteri e le terre Sante, le prime guide
per viaggiatori in terre incognite e gli armatori veneziani primi "tour
operators" ante litteram, l'impervio, ma edificante "gran tour"
degli intellettuali europei. Tutto questo e altro ci viene proposto nel saggio
di Roberto Lavarini che ripercorre le vicende dell'umano viaggiare per
ricercare i semi culturali che costituiranno in seguito le connotazioni di una
delle principali attività d'evasione dell'uomo contemporaneo: viaggiare.
I modelli di turismo attuali, anche se ormai sfrontatamente orientati a cliché
consumistici attingono dall'irrinunciabile fabbisogno
di sicurezza dell'uomo in movimento: sicurezza di non perdersi, di potere disporre di vitto e alloggio e di
sostanze economiche adeguatamente protette contro furti e ruberie. Fino alla sicurezza di non perdere il proprio stato sociale, sormontato dalla mescolanza di pulsioni, antipatie e simpatie che il viaggio, specie di gruppo, impone. Oggi al
bisogno di sicurezza dei viaggiatori moderni sopperiscono strumenti molto
evoluti di trasporto, informazione, comunicazione e pagamento, ma il distacco
dal luogo abituale continua a rimanere anche per il più incallito globe trotter
un momento rottura l'essere stanziale e lo spirito nomade. Lavarini espone
anche un'interessante interpretazione antropologica dell'evoluzione del
viaggiare che è stato oggetto, nel corso dell'era industriale, di una
riconfigurazione concettuale facendolo diventare sinonimo di vacanza
stravolgendo ancor di più i connotati di riposo che la vacanza presuppone e le
fatiche che comporta una lunga trasferta, per esempio, per tornare al villaggio o al Paese d'origine. In ultimo una
considerazione particolarmente condivisibile da chi viaggia molto sui libri riassunta
da una frase dell'antropologo-scrittore- viaggiatore francese Franck Michel:
"Quanti viaggiatori da camera, scopritori di mondi attraverso la lettura
di libri, esploratori senza pretese, alla fine vanno più lontano, più in
profondità, più liberamente della masse di viaggiatori che hanno fretta di fare
tutto, di vedere tutto..."
Nessun commento:
Posta un commento