A volte la scelta di andare a vivere in un’abitazione di legno può apparire un po’ eccentrica, anche se sembra che chi l’addotta abbia valide ragioni per farlo. Difficile però pensare che ci possa essere qualcuno che in un edificio di legno decida addirittura di trasferire la propria azienda. Non un ufficio, non un negozio, ma una vera e propria attività industriale con operai, macchinari, utensili, carri-ponte, materie prime e magazzini.
Questo è successo. In Italia, con numeri da record. In provincia di Varese è sorto il più grande stabilimento a shed realizzato in Europa, interamente costruito in legno: 17 mila metri quadri coperti tenuti insieme da una struttura di 5mila metri cubi di travi in legno lamellare e pannelli autoportanti realizzati usando ancora legno e 70 tonnellate di carta riciclata. Fanno impressione anche le cifre “in negativo”: 7mila tonnellate di Co2 risparmiate in sede di costruzione e un fabbisogno energetico ridotto all’essenziale grazie alle doti di maggiore efficacia termica del legno e la garanzia di energie rinnovabili per 1 mega watt di potenza prodotta da 10 chilometri quadrati di pannelli solari.
E che cosa si fa dentro a questo immobile? Si lavora il legno, ovviamente!
Artefice della costruzione di questa singolare opera è la Novello Srl, un’azienda famigliare di imprenditori che da anni operano nel settore. All’inizio una piccola falegnameria. Poi l’intuizione di nuovi settori, il balzo nella logistica e nei trasporti. In grande. Casse di legno per il trasporto di elicotteri smontati, parti di aerei, sezioni di grandi impianti, motociclette. Non importa quanto sofisticato sia il contenuto; il legno è sempre il materiale che da più garanzie di protezione. In molte lingue legno e bosco sono resi dallo stesso termine e forse non a caso perché il bosco ci nasconde, ma ci protegge nello stesso tempo e il bosco sono gli alberi che crescono sempre, garantendo la disponibilità di molta più legno di quanto l’uomo usi per le sue attività.
Ho conosciuto Moreno Novello l’amministratore della società che si è spinta a pensare un’impresa così visionaria. E conoscendolo ho apprezzato anche tutta la famiglia che ha fatto di una grande idea un progetto comune. Ho capito che non c’è decisione che non venga presa se non c’è l’accordo di tutti. Il progetto è di tutti e tutti devono condividerne il destino. Di loro mi sono piaciute due cose: il coraggio e la coerenza. Il coraggio di scelte imprenditoriali innovative in tempi difficili, merce rara ormai anche in queste zone, terra di pionieri dell’industria che hanno fatto la storia del Pease. Ma soprattutto la coerenza di scelte che non hanno mai tradito la passione per il legno, per la materia che ha accompagnato il successo della propria azienda che arriva diventare l’emblema stesso della propria notorietà. “Molte persone”, mi confida Moreno, “ci considera degli imprenditori che hanno seguito i dettami della sostenibilità ambientale. Io penso che per la nostra famiglia il rispetto per la natura e l’impegno nei suoi confronti sia quasi una dote innata, scaturita in anni di attenzione e amore per il legno” E aggiunge, sorridendo “per noi è stata una scelta logica e coerente con il nostro modo di pensare”. Quello che ci si può augurare è che presto la famiglia Novello trovi altri seguaci che raccolgano il loro esempio. Anche perché un esempio del genere se proprio non si può seguire nei fatti, lo si può almeno seguire percorrendo l’autostrada Varese-Milano. Infatti la dislocazione dell’immobile longitudinale rispetto allo scorrimento della strada permette di apprezzarne la valenza architettonica.Ho chiesto anche perché all’immobile fosse stato affibbiato il nome dal vago sentore di fantascienza anni ’70 di “P87” e mi è stato spiegato che ottantasette sono i pilastri di legno che sorreggono l’immobile ancorati al terreno tramite un sistema il cui valore tecnologico è apprezzato e replicato anche in Germania, nazione leader nelle costruzioni in legno. Un altro richiamo alla coerenza, degli alberi, che ritrovano gli elementi essenziali della loro esistenza arborea ribaditi artificiosamente nell’essere radicati alla terra e, ancora una volta, slanciati verso l’alto.
“Abbiamo lanciato” una nuova divisione, mi informa il signor Moreno “che si occupa di edilizia eco-sostenibile. Vogliamo proporre il nostro know-how e i materiali che abbiamo sviluppato per il nostro immobile a chi si occupa di progettazione e costruzione di immobili” E aggiunge “abbiamo intenzione di portare i professionisti delle costruzioni qui da noi, ospitandoli per un giorno nella nostra struttura e raccontandogli la nostra esperienza” Una buona idea, penso. D’altra parte chi più di loro può risultare credibile su quello che dicono, visto che, come si dice ai bambini, il buon esempio lo hanno già dato?
Vedi anche (da questo blog): Casa è per sempre. Costruire con il legno e le buone idee
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