martedì 30 luglio 2024

Opere di bene

A dimissioni avvenute, qualche considerazione sull'ex presidente della Liguria Giovanni Toti, che dopo ottanta giorni di reclusione domiciliare avrà ora tutto il tempo per preparare la sua difesa e arrivare ad una auspicabile assoluzione. Auspicabile perchè il buon Giovanni è assolutamente convinto di avere saggiamente e rettamente governato la Regione che i suoi elettori gli hanno affidato. La convinzione che abbia fatto solo del bene è talmente forte che i giudici in sede di valutazione, con immaginabile sconcerto, hanno preferito mantenere le misure cautelative perchè, a loro giudizio, l'indagato dimostra di non avere  compreso appieno i carichi di responsabilità penale che gli vengono addossati. Toti onesto, fino in fondo, vede solo il bene dove gli altri vedono il torbido. Tuttavia una considerazione un po' tendenziosa è giusto farsela: ma se anche non avesse fatto nulla di male, di bene che cosa ha fatto? E' possibile che un presidente di Regione passi buona parte del suo tempo (vedi fonti investigative) a bordo di barche di lusso di imprenditori che tengono in mano le principali attività economiche della città? E che discuta di concessioni di spiagge e accessi al mare a favore di speculatori edilizi che, nonostante il sacco edilizo della Liguria degli anni passati, continuano a costruire sulla riva del mare. E' che accordi spazi e terreni per la costruzione di centri commerciali di una nota catena che ha sempre osteggiato le cooperative a falce e carrello? Ma di buono per la sua terra che cosa faceva? Che provvedimenti ha preso per contrastare lo squilibrio idrogeologico che ad ogni temporale trasforma città e paesi in fiumane aquitrinose? Per migliorre il sistema viario che è un disastro ormai da anni? Per rivitalizzare una delle regioni con il più basso tasso di natilità d'Europa? Per i servizi sanitari che continuano ad essere tagliati rischiando di fare diventare borghi e paesi dell'entroterra dei villaggi fantasma? Toti non avrà fatto niente di male, ma neppure di bene.


martedì 9 luglio 2024

Captain Berlusconi speaking

Leonardo da Vinci, Marco Polo, Cristoforo Colombo, Silvio Berlusconi. Chi è l'intruso? Un grande scienziato e due famosi navigatori ognuno con il suo bell'aeroporto intitolato (rispettivamente Roma, Venezia e Genova) e un...politico? imprenditore? donnaiuolo? evasore? Berlusconi è una persecuzione per questo Paese. E' passato un anno dalla sua scomparsa e ancora riesce a fare quello che ha sempre fatto: dividere gli italiani. Anche da morto. Diciamo che i vivi comunque si danno da fare per assecondarlo. La mossa di Salvini di proporre l'intitolazione dell'aeroporto della brughiera al Berlusca ha lasciato molti dubbiosi e perplessi. Ma è il caso? Così presto? Ma che cosa avrà fatto per meritarselo. Diciamo poco, e sicuramente niente per l'aviazione. La conquista dei cieli dai fratelli Wright alle stazioni spaziali orbitanti sono il risultato di decenni di ricerche analisi, impegno intellettuale, prove e riprove, esperimenti e contro esperimenti. Insomma quello che si dice lo studio e il sacrificio. Oggi possiamo affrontare viaggi in aereo in sicurezza perchè ingegneri, ricercatori, fisici e studiosi si impegnano ogni giorno in scuole, università, centri di ricerche, gallerie del vento, laboratori e uffici di progettazione. Diciamoci la verità: a Berlusconi questa "roba" qui ha sempre dato un po' fastidio. Era lui che inviata le "belle ragazze" a sistemarsi sposando uno ricco e da premier inviatava gli imprenditori esteri a investire in Italia perché "ci sono delle belle segretarie". Le sue riforme per la scuola hanno contribuito ad una precarizzazione del corpo docente e a rendere la carriera da insegnante una strada di ripiego. E a prosciugare le già scarse risorse di cui la scuola italiana ha sempre avuto gran bisogno. Diciamocela tutta: fosse per la convinzione di Berlusconi verso lo studio oggi non avremmo neppure gli aerei con le ali di tela cerata. Ma lui sicuramente il suo contributo all'aviazione lo avrebbe dato: avrebbe inventato le hostess!

mercoledì 3 luglio 2024

Formidabili quei pazzi

Gli anni che hanno percorso la storia italiana che vanno dagli inizi degli anni '60 fino alla metà degli anni '70 sono stati gli anni del cosiddetto "disgelo costituzionale" quando cioè dall'immobilismo degli anni precedenti si decide di mettere mano alle riforme che la nostra Costituzione reclamava ormai da parecchi anni: scuola, diritti civili, lavoro, emancipazione femminile, mobilità sociale, sindacati e tutele operaie. Ma sono stati anche gli anni delle riforme a favore della salute soprattutto di donne, madri, minori e anziani. Compresa quella di una categoria di persone allora ritenute invisibile: i pazzi. Un’immagine di cosa fosse in quegli anni la condizione del malato psichiatrico ce la restituisce un podcast disponibile su Rai Play Sound che riprende tutti i servizi che la Rai trasmise sull'argomento in quegli anni. Le cure psichiatriche cominciarono a diventare argomento non più solo di medicina, ma anche di lotta, rivolta e "impegno" da parte di studenti, giovani medici, giornalisti e fotografi che entrarono di soppiatto nel mondo sospeso negli sterminati manicomi all’epoca ancora in funzione. Ma anche grandi firme della televisione di allora come Sergio Zavoli affrontarono gli scenari apocalittici che si presentavano ai giovani psichiatri che avevano altre idee sulle malattie mentali.  In primis Franco Basaglia direttore sanitario presso le strutture manicomiali che fecero da guida per la rivoluzione della legge 180 del 1978: Gorizia, Parma e Trieste. Entrare in un manicomio era un'esperienza allucinante. Ma la Rai ci entrò e diffuse immagini terribili e inimmaginabili in un periodo in cui la televisione di Stato non era ancora “lottizzata” ma dipendeva direttamente dagli umori del Governo per quanto riguardava scelte editoriali e palinsesti. Eppure il tema della cura del disagio mentale e della inadeguatezza delle strutture e delle persone deputate a proteggere il malato la Rai lo affrontò per tanti anni fino alla promulgazione della legge 180 del 1978 che eliminerà la vergogna dei manicomi e degli inumani trattamenti praticati da medici senza scrupoli - è emblematica la figura del professor Giorgio Coda detto l'"elettricista di Collegno" per l'uso spregiudicato dell'elettroshock - ma riaprirà nuove tensioni e criticità per molti versi dibattuti ancora oggi. La Rai di allora si fece carico di questo aspetto e lo illustrò con grande senso di responsabilità dando voce ai tanti, medici, infermieri, volontari, associazioni e politici, ma anche pazienti e ex malati che presero a cuore il problema del disagio mentale. Sopra tutte ovviamente la voce di Franco Basaglia e il suo costante impegno per traslare la visione del problema dalla malattia mentale alla persona coadiuvato dalla moglie Franca Ongaro e dalla giovane generazione di medici che iniziarono a lavorare con e come lui. Il podcast è un utile e interessante collage di documenti e testimonianze realizzate in tempi in cui era forte il timore che le forze che governavano il Paese potessero mettere tutto a tacere. Eppure giornalisti coraggiosi, capaci e sensibili hanno denunciato una situazione di enorme degrado che sarebbe difficilmente emersa. In un’Italia in cui il venerdì Santo si impediva che Carosello andasse in onda per assecondare il digiuno imposto per precetto, una bella conquista di impegno civile. 

Archivi della follia: in cerca di Franco Basaglia - Scritto e realizzato da Vanessa Roghi - Disponibile su RaiPlaySound

Mettiamoci la pezza

La senatrice Liliana Segre ha ritenuto opportuno chiedersi se sarà ancora necessario scappare dal proprio Paese per evitare nuove discriminazioni. Posso immaginare il dolore e la rabbia della senatrice che oltrepassati i novant'anni si trova ancora a dovere assistere all'ennesima sconcia rappresentazione di fanatici e teste rasate che inveiscono contro ebrei, diversi e avversari politici. Subito accorrono i rappresentanti dei partiti di maggioranza per escludere ogni pericolo di ritorni al passato, deportazioni, progrom o notte dei cristalli. 

Ma il fatto che una persona, si, basta anche una sola, abbia avvertito la sensazione di sentirsi in pericolo, comporta il fallimento della politica. Le rassicurazioni sono forse peggio del buco.