Matteo Salvini, neoministro dell'interno, ha detto che alzando la
voce si ottiene quello che si vuole. Il popolo plaude alle maniere decise del
leader e si compiace di sapere che c'è qualcuno che dà fiato al grido di
rabbia lungamente represso. Ma altre voci si alzeranno oltre a quelle di
Salvini, altre persone alzeranno le loro urla al mondo e non saranno proseliti
elettorali, ma grida di dolore e di speranze disilluse. Quanti Primo Levi,
quante Anna Frank che oggi macerano in un tormento ingiusto e incomprensibile
sono pronti oggi a scrivere il loro diario domani. Quanti Steinbeck, cantore
della sofferenza altrui stanno preparando a costo della propria vita le parole
che ascolteranno i ragazzi, le ragazze, gli uomini e le donne dei prossimi
decenni. E' sicuro: costoro ci sono già e sono nascosti in quei mille e mille
volti stralunati che aspettano uno sbarco e nessuno potrà mai impedire loro di
essere le testimonianze di domani del male di ieri. Perché è sempre stato così:
andremo alle presentazioni dei libri, leggeremo le loro storie, ci commuoveremo
ad ascoltare le testimonianze. Perché siamo fatti così: il dolore di molti ci
lascia indifferenti, ma quando dietro al dolore c'è un viso, una cicatrice, un
numero tatuato sul braccio ci lasciamo andare, battiamo le mani e ci alziamo in
piedi in segno di rispetto. Ma soprattutto, indignati, dopo avere letto l’ultima
pagina ci chiederemo: ma il Mondo, non sapeva o faceva finta di niente?
Attraverso le nostre scelte consapevoli è possibile diminuire i consumi per l'affermazione di un'economia sostenibile ed equa. Dai modelli di comportamento, ai trasporti e alle letture tutto è materia per un approfondimento che porti a discriminare tra l'utile e il vacuo, tra la sostanza e l'effimero, tra il modello virtuoso e il pedissequo seguito a richiami di inconsistente benessere.
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