giovedì 14 giugno 2018

Si alza una voce


Matteo Salvini, neoministro dell'interno, ha detto che alzando la voce si ottiene quello che si vuole. Il popolo plaude alle maniere decise del leader e si compiace di  sapere che c'è qualcuno che dà fiato al grido di rabbia lungamente represso. Ma altre voci si alzeranno oltre a quelle di Salvini, altre persone alzeranno le loro urla al mondo e non saranno proseliti elettorali, ma grida di dolore e di speranze disilluse. Quanti Primo Levi, quante Anna Frank che oggi macerano in un tormento ingiusto e incomprensibile sono pronti oggi a scrivere il loro diario domani. Quanti Steinbeck, cantore della sofferenza altrui stanno preparando a costo della propria vita le parole che ascolteranno i ragazzi, le ragazze, gli uomini e le donne dei prossimi decenni. E' sicuro: costoro ci sono già e sono nascosti in quei mille e mille volti stralunati che aspettano uno sbarco e nessuno potrà mai impedire loro di essere le testimonianze di domani del male di ieri. Perché è sempre stato così: andremo alle presentazioni dei libri, leggeremo le loro storie, ci commuoveremo ad ascoltare le testimonianze. Perché siamo fatti così: il dolore di molti ci lascia indifferenti, ma quando dietro al dolore c'è un viso, una cicatrice, un numero tatuato sul braccio ci lasciamo andare, battiamo le mani e ci alziamo in piedi in segno di rispetto. Ma soprattutto, indignati, dopo avere letto l’ultima pagina ci chiederemo: ma il Mondo, non sapeva o faceva finta di niente?

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