martedì 17 marzo 2015

Servitori dello Stato

Qual'è la spinta che porta un carabiniere in pensione a mettere in gioco la propria vita per fermare una rapina accaduta a danni di altri sotto i suoi occhi? L'istinto ad essere sempre dalla parte della legge, In altre parole, essere carabiniere sempre anche dopo che la divisa rimane solo una parte dei ricordi di una vita di lavoro (e di sacrifici). Come nel caso del carabiniere di Alessandria da poco ritiratosi, morto d'infarto mentre cercava di impedire con mezzi improvvisati la fuga di due balordi. Ma chi sa spiegare che cosa spinge un boiardo di Stato a occupare uno scranno di potere per coordinare appalti e affari fino alla veneranda età di settant'anni, insomma fino a quell'età dove i lavori pubblici dovrebbero essere perlopiù dei riempitivi per passare la giornata? Non ci sono molte spiegazioni se non le più ovvie e scontate: servire lo Stato per senso del dovere è una virtù e gli uomini virtuosi, si sa, sono pochi. Servirsi dello Stato per arricchirsi è una turpe pratica che accomuna persone con molti vizi. Tutte permangono salde nelle proprie posizioni per amor proprio e del proprio benessere,sacrificando riposo, nipoti e passeggiare ai giardinetti. E poi: perché il fedele servitore dello Stato non indugia a mettersi in gioco mentre un ministro compromesso non si decide a lasciare? Chi è il più coraggioso e il più attaccato al dovere? E per finire: che tipo di persone ha bisogno l'Italia per essere un Paese migliore: quelli come il carabiniere di Alessandria o quelli come il ministro Lupi? In verità nessuno dei due dato che presto entrambi saranno dimenticati. 

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