venerdì 8 novembre 2013

Quel buco venuto così bene

I buchi nell'acqua ogni tanto possono venire bene, e per rimanere in tema di metafora, ogni tanto serve che si scavino dei buchi perché qualcuno possa riempirli. Un'esempio di questa, apparentemente insana contraddizione, è la "bula" un'area protetta gestita dal WWF in prossimità della città di Asti, in Piemonte. Un'oasi tutelata in riva al Tanaro dove svernano numerosi specie di uccelli, i migratori si riposano durante la trasvolata e chi è appassionato di natura può farsi una bella gita le rare volte che le guide del WWF accompagnano i visitatori a conoscere questo particolare ambiente. Una macchia di natura rimasta miracolosamente fuori dagli scempi di cui sono normalmente oggetto le aree fluviali? Tutt'altro. La "bula" origina dal profitto di chi campa estraendo ghiaia dagli alvei dei fiumi e dalle concessioni troppo spesso elargite da chi dovrebbe amministrare il territorio con una visione un po' più oculata rispetto a come si è fatto finora. L'invaso, che oggi colpisce per la vegetazione rigogliosa e le numerose specie di uccelli che è possibile osservare, non  è altro che una cava di ghiaia in disuso che,  in virtù di accordi fatti tra la regione Piemonte e alcune associazioni di difesa della natura, è stata scavata e conformata in modo da simulare il più fedelmente possibile l'habitat naturale di molte specie di uccelli. I titolari delle cave, in cambio, hanno potuto estrarre oltre il limite di falda, di solito vietato, traendo maggior profitto dalla licenza, a patto che si attenessero alle specifiche degli esperti del WWF. Un esempio? Le anatre non amano essere viste quando nidificano. Vanno a cercarsi gli anfratti più nascosti vicino agli specchi d'acqua in cui vivono e che non trovano negli invasi delle cave "normali" che notoriamente hanno un andamento lineare. Ecco allora che agli addetti della cava di Asti è stato richiesto di scavare in modo irregolare affinché al termine del lavoro il profilo dell'invaso risultasse più vicino possibile ad un ambiente naturale. Con somma gioia della future mamme anatra! Ma non è tutto rosa è fiori. La "bula" è una vera e propria oasi in un mare di degrado indicibile che la assedia da tutte le parti: discariche abusive, incursioni di pescatori di frodo, pascolo abusivo di pecore e capre. Con pochi mezzi e risorse per contrastarli. L'unico modo in cui il WWF può impedire l'invasione dei rifiuti è in occasione delle giornate dedicate alla pulizia dei boschi, alvei e argini di fiume che vengono periodicamente organizzate dalle associazioni ambientaliste locali, WWF in testa. "E pensare", mi confida un entusiasta (e preparatissimo) attivista del WWF "che basterebbe piazzare delle telecamere per controllare gli accessi di chi scarica abusivamente eternit, plastica, copertoni e latte di prodotti chimici pericolosi", ma a quanto pare a pochi interessa preservare l'ambiente di uno dei fiumi più belli del nord Italia. E intanto raccatta sconsolato l'ennesima lattina di birra buttata per terra durante l'ultima incursione dei pescatori abusivi.  

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