C'è
un bizzarro contrasto tra la voce di protesta che si leva dal coro dei
cosiddetti "grillini" e una genuina volontà di fare politica.
Un contrasto che chi ha vissuto la stagione dei forti scontri ideologici
difficilmente riesce a spiegare se non attraverso una lettura dei tempi e dell’immane
senso di individualismo che ne permea. Anche negli anni della contestazione
esisteva una forte componente nichilista rivolta verso il mondo delle
istituzioni politiche, religiose e accademiche. La forza emergente di
aggregazioni giovanili in grado di compattarsi, anche fisicamente, al cospetto
della reazione ha generato una consapevolezza che poi ha avuto, in molti
fortunati casi, esiti costruttivi, ma anche nefandi e scellerati che ancora oggi
attagliano le coscienze di molti. C’erano soprattutto due cose che assommate
hanno generato una coppia di forza motrice, la cui combinazione fortunata
riesce poche volte nel corso della storia: il bisogno materiale ed emotivo di
una vita migliore e un’ideologia in cui credere.
Chi
scende in campo con il movimento di Beppe Grillo ha intrapreso un’azione
politica al seguito di un’idea, non di una ideologia, ha intessuto dinamiche di
gruppo spinte dal mezzo virtuale con uno scarso peso relazionale e un basso
coinvolgimento emotivo, non concepisce l’acculturamento come uno strumento di
levatura e di sviluppo e soprattutto, non ne sente il bisogno. E’ un esercito
di esseri satolli di consumismo e di tecnologia da esibire, che non ha mai
sperimentato stati o situazioni di precarietà o di annebbiamento delle proprie
prospettive. E’, in ultima analisi, un mondo di persone che non ha fame. Un
esercito di panciapiena. Sono impiegati, dipendenti pubblici, pensionati con
buon reddito, imprenditori che hanno saputo ritagliarsi una nicchia nel
generale stato di crisi, persone che hanno avuto esistenze semplici, non
segnate da traversie o momenti di buio. Persone che non si sono misurate con i
meandri della macchina dello Stato e che non hanno mai avuto modo di
apprezzarne i meccanismi diabolici e deleteri, che non conoscono la Costituzione
e che riducono gli equilibri di una negoziazione ad una più spiccia e fragorosa
attività denigratoria della controparte. Non matureranno mai una coscienza
politica perché hanno una vaga sensazione della coscienza civile e non sono in
grado di comprendere che quello che siamo oggi, nel bene e nel male, è solo
merito o colpa di quelli che sono venuti prima di loro. Sono quelli che ti
suonano il clacson per rimproverarti di qualche manovra maldestra e quando ti superano
guardano dritto davanti a loro per non incrociare lo sguardo. Sono persone che
mirano ad un beneficio immediato dalle proprie azioni. Che cercano stimoli
nuovi per smuovere la propria esistenza agiata e intorpidita verso nuovi
traguardi ed esperienze. Con la determinazione del principiante. Come chi compra
la bicicletta o l’attrezzatura da sci per poi chiuderla in garage dopo pochi
mesi. Vantano una fedina penale immacolata, semplicemente perché la loro ignavia
o la loro limitatezza non li ha mai portati a misurarsi con situazioni di
complessità che andassero oltre la compilazione della richiesta degli assegni
familiari senza discernere che esiste una grado di valore diverso tra un imprenditore
di successo che non ha mai frodato il fisco o uno statista che non ha mai rubato
e un semplice cittadino che amministra il proprio stipendio e basta. Si
presentano per quelli che sono, apparentemente anime candide le cui pecche
linguistiche e culturali possono essere sminuite dal loro entusiasmo. Credono
in una guida che di fatto non conoscono che idolatrano con malcelata invidia, e
che non vedono l’ora di abbandonare al suo destino per potersi ritirare in un
angolo a contare il bottino. Si sforzano di essere originali di rompere gli
schemi della comunicazione e della dialettica semplicemente perché non sono in
grado di reggere un contraddittorio Sono privi di ironia. Recitano slogan
orecchiati qua e la senza capire che quello che dicono oggi è in contrasto con
quello sostenuto ieri. E’ la pancia piena che li fa muovere in uno stato di intorpidimento
mentale. Difficilmente si ridesteranno. A meno che non si accorgano di avere l’acqua
alle caviglie. E allora anche i loro stomaci inizieranno a gorgogliare.
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