L''ultimo rapporto Censis sui consumi ha messo in evidenza le nuove tendenze in atto nella società italiana per quanto riguarda le scelte di acquisto. Su tutte una cosa è certa: i bei tempi delle spese d'impulso, del bene voluttuario che primeggia su tutto, insomma, dello shopping fine a se stesso, è finito. Si mettano il cuore in pace i soloni che continuano ad auspicare il ritorno dell'ottimismo e della fiducia dei consumatori per uscire dalle spirali della crisi. Qualcosa si è rotto, meglio sarebbe dire, si è finalmente aggiustato: nuovi modelli di vita si stanno affermando e inevitabilmente si fanno promotori di nuovi modelli di comportamento.E per una volta non è la moda ad affermarsi, quella parola magica che ha fatto la fortuna dell'effimero (e anche dell'Italia, con i risultati che sappiamo), ma sono i modi a prendere il sopravvento: nuovi modi di viaggiare, di spostarsi, di divertirsi, di pensare al futuro proprio e dei propri figli. Giuseppe De Rita, lo storico direttore del Censis parla di arbitraggio dei consumi, ovvero la maggiore consapevolezza di spendere per ottenere il giusto necessario per vivere bene. Oggi non si rinuncia certo a vivere e mangiare, ma si fa a meno all'abbigliamento di marca in quanto non richiama più il benessere. Così è per le vacanze, gli spostamenti, le scelte per i figli. La fine del marketing? No, non esageriamo. Piuttosto un'opportunità per farsi una nuova. vita.
Attraverso le nostre scelte consapevoli è possibile diminuire i consumi per l'affermazione di un'economia sostenibile ed equa. Dai modelli di comportamento, ai trasporti e alle letture tutto è materia per un approfondimento che porti a discriminare tra l'utile e il vacuo, tra la sostanza e l'effimero, tra il modello virtuoso e il pedissequo seguito a richiami di inconsistente benessere.
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