Spiace constatare che gravi incidenti che hanno visto vittime due bambini siano capitati proprio in due città governate da sindaci la cui recente elezione ha suscitato folate di entusiasmo e forti aspettative di cambiamento. La Milano di Pisapia, strappata dalle mani della Moratti e la Torino di Fassino che riprende la nouvelle vague del precedente sindaco, ancora non hanno dato la sterzata decisa per eliminare il problema dei problemi delle grandi città di oggi: il traffico. Di Milano e del povero ragazzo investito dal tram ho già parlato. Di Torino e del bambino investito sulle strisce da uno scriteriato non ancora, ma temo di non avere molto da dire o da aggiungere. So solo che le Amministrazione possono fare molto di più per risolvere una questione che sembra non trovare, da qualunque parte si giri la testa, il giusto entusiasmo per tentare una soluzione radicale. E pensare che la risoluzione del problema del traffico, inteso come apposizione di limiti al traffico di veicoli privati, potrebbe generare una cascata di benefici di ritorno: la riduzione dell'inquinamento e la diminuzione dei malanni cronici che affliggono gli abitanti, la sicurezza per pedoni, ciclisti e per gli stessi automobilisti, miglioramento del contesto urbano che permetterebbe un migliore sfruttamento del patrimonio artistico ed architettonico delle città per fini turistici.
Alcuni mesi fa un mio post sosteneva la necessità di prevedere una fattispecie giuridica che implicasse anche la responsabilità oggettiva delle amministrazioni poco solerti nell'intervenire in palesi situazioni di pericolo per l'utenza più debole, come parrebbe essere il caso dell'attraversamento pedonale di Torino. Avevo suggerito di rendere civilmente responsabili i Comuni per il risarcimento alle vittime di incidenti dovuti a strisce pedonali poco evidenti perché scolorite, passaggi pedonali male illuminati o nascosti, mancanza di dissuasori che opportunamente obblighino i conducenti a rallentare in prossimità degli attraversamenti. Replicare il concetto dell'obbligo alla sicurezza per il datore di lavoro che deve essere in grado di valutare tutte le situazioni di rischio e adottare i presidi più ragionevoli.
Se vale per le aziende perché non dovrebbe valere per le città?
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