Ha una bella fantasia il
sindaco del comune di Pescate a ritenere che la voglia di andare possa trovare
un suo limite nella mancanza di "adeguata copertura assicurativa".
Eppure il divieto ai ragazzi profughi che scorrazzano in bicicletta per le vie
del suo comune l'ha messo proprio questo personaggio a metà strada tra il
leghista della prima ora e il doganiere svizzero. Persone del tempo che fu,
adatte oggi solo ad essere riesumate per qualche film di costume oppure a fare
ridere anche i propri cittadini. Che magari lo hanno pure votato, ma sono stati
toccati in un punto ancora più sensibile del portafoglio, ancora più importante
della sicurezza a casa propria, ancora più determinante delle supposte radici
celtiche: la voglia di essere un punto sul globo libero di spostarsi senza una
logica, senza una meta, senza un vincolo. Fino a quando la vita varrà la pena
di essere vissuta per un uomo la libertà di movimento avrà un valore assoluto e
per andare tutto tornerà utile: una bicicletta arrugginita, un paio di gambe
malferme, una carrozzina. Non ci fermerà una polizza scaduta.
Attraverso le nostre scelte consapevoli è possibile diminuire i consumi per l'affermazione di un'economia sostenibile ed equa. Dai modelli di comportamento, ai trasporti e alle letture tutto è materia per un approfondimento che porti a discriminare tra l'utile e il vacuo, tra la sostanza e l'effimero, tra il modello virtuoso e il pedissequo seguito a richiami di inconsistente benessere.
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