A Mesciua
Attraverso le nostre scelte consapevoli è possibile diminuire i consumi per l'affermazione di un'economia sostenibile ed equa. Dai modelli di comportamento, ai trasporti e alle letture tutto è materia per un approfondimento che porti a discriminare tra l'utile e il vacuo, tra la sostanza e l'effimero, tra il modello virtuoso e il pedissequo seguito a richiami di inconsistente benessere.
mercoledì 6 novembre 2024
Pietro Cavallero, il primo brigatista.
lunedì 4 novembre 2024
Vecchi reati e nuove polemiche: il valore di una magistratura indipendente
La
recente riesumazione di vecchi casi di cronaca risalenti agli angosciosi anni
'70 quale la coda del processo a carico di alcuni partecipanti al rapimento che
costò la vita ad una povera e incolpevole ragazza e l'emergere dalle nebbie del
passato della figura che per anni aveva tenuto in conti in sospeso con la
giustizia a fronte del rapimento di Vittorio Vallarino Gancia (siamo nel 1975)
dovrebbe aiutare a capire quale fondamentale importanza abbia una magistratura
autonoma ed indipendente. Anche se la domanda che verrebbe spontaneo porsi è
quella di come collocare in una scala di priorità la riapertura di processi per
fatti risalenti a più di mezzo secolo sarebbe anche opportuno considerare che
nel periodo intercorso le indagini possono avere preso un nuovo corso anche a
fronte di inedite testimonianze o confessioni; indizi allora ritenuti di poco
conto, analizzati alla luce delle nuove e più moderne tecniche di indagine
potrebbero avere aperto nuovi scenari o corroborato ipotesi investigative alle
quali non si riusciva a dare un riscontro. Ma perché la riapertura di questi
processi sono da considerarsi come una grande risultato per l'opera della
magistratura e un punto a sfavore di chi della magistratura cerca di limitarne
il potere, ma soprattutto l'autonomia? Chi accusa i magistrati di schierarsi
apertamente su posizioni di sinistra o comunque contrarie all'azione di governo
dovrebbe riflettere sull'assunto che l'azione della Magistratura penale è
sempre obbligatoria qualora emerga un elemento che assuma valenza di reato:
l'emergere di un dettaglio importante legato ad un crimine, per esempio o una
nuova luce su alcuni elementi considerati di poco conto in precedenza. Nel caso
del rapimento di Gancia gli imputati sono stati, benché ormai ultraottantenni,
pericolosi esponenti delle Brigate Rosse che seminarono terrore e lutti lungo una
buona quindici di anni. Nel corso dello scontro a fuoco ingaggiato con i
rapitori per liberare l’ostaggio, venne uccisa la compagna di Renato Curcio e
ferito gravemente un carabiniere. Un componente della banda riuscì a fuggire e
non venne mai identificato. Oggi sono emersi nuovi elementi e si va a processo.
Inizio il 25 febbraio 2025 ad Alessandria. L'altro importante caso di cronaca
che sta tenendo banco in questi giorni nelle aule del tribunale di Como, è
quello relativo al rapimento di Cristina Mazzotti, allora diciottenne mai tornata
a casa viva. Un rapimento rocambolesco con trasferimenti tra il nord, la
Calabria e ritorno, viaggi in treno e in auto che hanno implicato la
collaborazione di molte persone che allora riuscirono a farla franca. Oggi,
grazie al lavoro di giudici scrupolosi, si apriranno nuove ipotesi sul
rapimento, sulle ragioni di quel periodo di violenza che non risparmiava
nessuno fosse per puro e semplice bramosia di denaro o false ideologie
aberranti. La riapertura di questi processi con i nuovi lampi di luce che
comporteranno per la comprensione di fatti lontani nel tempo sono emblematici
degli importanti e irrinunciabili risultati di una Magistratura indipendente
che non soppesa l'influenza dei poteri, non determina scale di valori e
priorità sulle indagini da svolgere e opera solo per auspicare che la fiducia
dei cittadini nei confronti della giustizia non venga mai meno. Molto difficile
invero nel clima arroventato di questi giorni dove le forze politiche di
governo stanno gettando discredito su giudici e magistrati, colpendo
inconsapevolmente un delicato strumento che opera per il progresso della
democrazia.
giovedì 10 ottobre 2024
Memorie arrugginite
giovedì 3 ottobre 2024
Chiodo scaccia chiodo
Nella solita logica punitiva
salviniana le colpe dello scompiglio ferroviario dello scorso 2 di Ottobre che
ha sconvolto Centro e Sud Italia sono di una ditta esterna che ha incautamente
piantato un chiodo che ha generato, in stretta successione, la serie di eventi
nefasti succeduti ieri. I colpevoli sono
già stati messi di fronte alle loro responsabilità, tuona il ministro, e per
sempre privati del privilegio di lavorare in futuro per le ferrovie. Va bene,
chi sbaglia paga, ma era proprio il caso di fare pubblica accusa dei pasticci
combinati da altri. "E' colpa di un chiodo piantato maldestramente". Ma era il caso di dirlo? Ci vantiamo di avere uno dei sistemi ferroviari ad
alta velocità più avanzati del mondo, ma diventa vulnerabile per un buco fatto
da uno sconsiderato. Allora questo vuol dire che i nostri viaggi in treno
possono essere messi a rischio per una sbadataggine, non escluso anche per
colpa di un sorcio, che notoriamente è goloso di cavi elettrici. Ma prima di
sparare a zero su qualcuno (topi compresi), non sarebbe meglio aumentare le verifiche di
sicurezza immaginando tutti i possibili incidenti, dai più insignificanti, vedi
chiodo, ai più catastrofici (esiste qualche cosa del genere che si chiama
recovery plan e lo usano già anche nei ristoranti e negli stabilimenti
balneari). E non sarebbe anche opportuno controllare l'affidabilità delle
aziende che collaborano, prima che il danno venga causato e non fare la faccia
cattiva dopo? E chi avrebbe la responsabilità di testare l'affidabilità dei
collaboratori esterni. Le Ferrovie; ma dai? E poi è il caso di dire che le
nostre ferrovie possono essere messe ko da un chiodo? Se qualche fanatico
comunista, anarchico e ambientalista (per non menzionare altre categorie care
al ministro Salvini) gli venisse in mente di piantare un altro chiodo, questa
volta al nord. cosa avremmo il Paese bloccato per due chiodi?
Non poteva il ministro Salvini rispondere democristianamente con le solite frasi tipo "stiamo monitorando gli eventi, stiamo attuando i provvedimenti d'emergenza previsti, cercheremo le cause e i responsabili" sapendo che nessun responsabile sarebbe mai stato punito?
Non poteva Salvini non lasciarsi sfuggire per
una volta l'occasione per stare zitto?
martedì 17 settembre 2024
Ma quali confini?
Genny 'a kultura
Il caso Sangiuliano non deve stupire per l'avvicendarsi delle situazioni scabrose e boccaccesche che hanno ravvivato questi ultimi giorni di un'estate afosa. Cambiano le latitudini, le lingue parlate, i colori dei governi, ma i clichè della vicenda sono sempre i medesimi: il potente di turno che perde la testa per un'avventuriera affamata di successo e di notorietà. Seguono le facilonerie, gli strafalcioni istituzionali, i gesti avventati seguiti da ripicche e ricatti. E tutto viene alla luce. Sangiuliano è saltato. Era il più debole tra tutta la compagine di ministri, il meno attrezzato (oltre che il meno preparato) e anche il meno dotato (phisique du rol). E allora ha dato fondo all'unica arma che aveva: il potere. Usandolo male come d'altra parte fanno tutti quelli di questo governo. Ma il potere è uno strumento che serve per governare il bene comune. Usato a sproposito è micidiale. Per tutti.
giovedì 1 agosto 2024
Ma proprio lei?
A questo punto è forse solo una questione di articoli?
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Erano appena scesi dai loro taxi in quella via trafficata di Buenos Aires, sotto la sede della Radio Nazionale Argentina. Un sabato pomerigg...
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Era una bella barca. Progetto originale inglese, scafo e ponte in teak, armata yawl come imponeva la moda in voga all'epoca. Certo ch...
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E' una notizia che è passata un po' in sordina, ma dato che oggi ricorre il 61° l'anniversario della tragedia del Vajont vale la...