In questa estate di scontrini da capogiro,
nelle località di vacanza frequentate da qualche vip e tanti “sip”, self important person, ovvero persone
che si “auto” definiscono vip, l’ostentazione rimane uno dei must del
divertimento privilegiato. Divulgare sulla rete scontrini che reclamano cifre
da capogiro giustificate solo dal contesto in cui vengono emessi è, in fondo
una inconscia dimostrazione di potere anche perché chi si tiene ben stretto il
portafoglio sta ben attento a non posare le chiappe su divanetti posizionati a
portata di udito o di vista mozzafiato. A tutto c’è un prezzo. Il problema è
che a chi decide il prezzo nessun può o vuole dire niente. Pertanto, nel
dubbio, meglio stare alla larga.
L’altra ostentazione estiva, quella che
sbalordisce i plebei avviene nei porticcioli delle località turistiche di mare dove
galleggiano barconi di tenore hollywoodiano sui quali pendono bandiere di
piccole isole britanniche che hanno attualmente problemi a ospitare nei loro
porticcioli qualche barca a vela, una piccola flotta di pescherecci di granchi
e il traghetto che le collega all’Isola Madre.
Ma è l’ostentazione di tanta potenza che
stride con la cultura del mare e che risulta, in ultima analisi, una grande dimostrazione
di ignoranza.
Il mare è una riserva di energia enorme e
l’uomo ha impiegato millenni per sfruttarne le potenzialità affinando le regole
della navigazione per renderla sempre più sicura e affidabile. Il buon senso e
la capacità di conoscere il mare e i suoi molteplici aspetti ha portato l’uomo
a sviluppare una strategia minimalista per potere essere sempre in grado di
affrontare le situazioni più proibitive. Le canoe leggere e flessibili hanno
permesso la colonizzazione delle isole del Pacifico. Migliaia di miglia in mare
aperto affrontate con fragili imbarcazioni in grado però di reggere il mare più
tempestosi del mondo. Piccoli approdi dislocati lungo la costa per permettere
ancoraggi a ridosso di venti e mari pericolosi per la navigazione. Cabine
piccole e raccolte per ottimizzare lo spazio con cuccette anguste che però
permettevano di evitare di venire sballottati dalle onde. Vele piccole, frazionate e
riducibili per evitare di farsele strappare dalla forza dal vento, e potere,
allo stesso tempo avanzare. Le navi che donarono gloria all'impero Britannico non erano più lunghe di un modesto vaporetto in servizio sul Canale
Grande. L’ammiraglia che ospitava Sir Francis Drake non raggiungeva la
lunghezza di peschereccio.
Il gigantismo sul mare è un’invenzione dei
tempi moderni e vari incidenti di percorso non hanno arrestato questa tendenza contro
natura.
L’ostentazione griffata del plutocrate ha
intrapreso la strada della lunghezza smisurata per ospitare a bordo altrettanti
simboli pacchiani e oltraggiosi della cultura del mare: suite a tema, tavoli da
consiglio di amministrazione con ridicoli orpelli cittadini, palestre e altri
dispositivi per consumare energie in eccesso. E poi, il mondo è diventato più grande grazie ai vantaggi della navigazione a vela, milioni di persone hanno lasciato il proprio Paese per raggiungere altri continenti e fino a qualche decennio fa navi a vela erano adibite al trasporto di merci su tratte di piccolo e medio cabotaggio. L'ostentazione impone la barca a motore. Un'altra insensata dimostrazione di dispendio oltraggioso se si pensa che queste barche hanno motori dalla forza mostruosa e vengono usare solo per qualche giorno all'anno. Eppure basterebbe pensare alle gite informali in barca a vela a Cape Cod della famiglia Kennedy per farsi un'idea di ineguagliato potere e prestigio.
In mare tutto è funzionale a due cose:
sfruttare la sua energia per navigare e sopravvivere alle dimostrazioni estreme
di questa. Tutto lo sfarzo che si vede a bordo di queste rappresentazioni di
kitsch galleggiante non serve assolutamente a nulla durante la navigazione in
acque agitate. Nettuno non si fa intenerire da un vaso di fiori esposto sul
ponte di comando, ma considera solo il coraggio degli uomini che dimostrano
perizia nell'aggirare i pericoli. E di solito quei bestioni non fanno
altrettanto bella figura come nelle placide acque di un marina o di un
porticciolo alla moda.
Anche la terminologia è indicativa del
rispetto che di dimostra per la cultura del mare. Yacht o panfilo sono parole si leggono solo
sui rotocalchi estivi, ma non hanno corrispondenza tra i termini marinareschi. Se si vuole “ostentare” dimestichezza con le cose di mare quando parlate di imbarcazioni da diporto dite
semplicemente barca. Oppure chiamatele con il loro vero nome: sloop, schooner,
yawl, ketch, anche se questi termini sono più consoni alle barche a vela che
non sempre incontrano i favori e le voglie di ostentazione dei nuovi ricchi.
Sappiate che chi comanda a bordo non è il capitano, ma il comandante. Per chi
va per mare il capitano è solo un militare. Noi diciamo capitano perché in
inglese si dice allo stesso modo, captain, ma per noi non è la stessa cosa. Se
vi capita di assistere alle manovre di una grossa barca che entra in porto
astenetevi dal dire che sta parcheggiando. La barca ormeggia, non butta
l'ancora, ma dà fondo, non parte, ma salpa. Le finestre sono oblò, i letti
cuccette, la ringhiera è la falchetta e il balcone è il pulpito. La passerella
che vi porta a bordo è lo scalandrone. La nave non è un palazzo pertanto non ha
piani, ma ponti e ogni ponte ha una sua dignità crescente. Così come non ha un
tetto, ma una tuga, non muri, ma murate, i pavimenti sono paglioli. Inoltre a
chi governa una barca non piace essere assimilato ad un automobilista: pertanto
evitate di dire volante (anche se il timone sembra il volante di una Ferrari).
Esprimetevi in miglia e nodi e non dite nodi all'ora per intendere la velocità perché nodi vuole dire già miglia all'ora.
Se si vuole perfezionare la propria
cultura sulle cose di mare, allora è consigliabile leggere i meravigliosi
racconti di Conrad, Melville, Salgari, Stevenson, Jack London. Oppure leggere qualche
cosa sulla fantastica ed incredibile avventura di Ernest Shackleton o altri
resoconti sulle esplorazioni polari. Un modo per guardare con sufficienza quel
mondo fasullo e plastificato dei magnati in accappatoio cifrato e cocktail alla
mano.