Anche se il dolore per la perdita del figlio, dell'unico amatissimo figlio, era ancora aperto, il Maestro aveva deciso di riprendere a lavorare. Certo, lavorava quel poco che l'età gli concedeva: per qualche gruppo di conoscenti che voleva il salame come una volta, un aiuto a chi, più giovane di lui, aveva deciso di continuare con il mestiere. Il Maestro adesso si concedeva: era tornato alla vita, al "suo" mestiere, e sentiva che era la cosa più giusta per ricordare suo figlio. E di questa decisione, erano in molti ad essere felici.
"Maestro" si sentiva chiedere, "ma qual è
il segreto per fare salami così buoni?" gli domandavano quei macellai da
week-end desiderosi di caricare nei bauli delle Volvo salami e coppe da
stagionare nelle loro villette, giù in Pianura. "Ma non lo vedi?"
avrebbe voluto rispondere brusco il Maestro. "Ma non vedi come la mano
gira piano la manovella per spingere l'impasto dentro il budello?"
"Tu non sai quanta calma, quanta pazienza ci vuole
per evitare che oltre alla carne, entri anche l'aria, nemico di ogni macellaio
che si rispetti?" E gli tornava in mente il volto del figlio, col suo
sguardo da bambino, intento a reggere il budello che di lì a poco, suo padre,
con maestria, avrebbe insaccato. Com'era bravo e diligente! Attento e
scrupoloso; bramoso di imparare i segreti e diventare un bravo macellaio,
l'erede in tutto e per tutto del Maestro. Ma questo non si è avverato, per uno
scherzo beffardo del destino. Una tromba d'aria che si scatena improvvisamente,
un albero che si schianta sulla strada, sulla macchina, proprio mentre lui sta
passando... Vedi l'aria che scherzi che tira!
E allora gira, Maestro, gira piano la manovella
altrimenti entra l'aria. E anche se adesso c'è un "cittadino" a
sentire quello che dici con quella budella biancastra e umidiccia che gli
penzola dalle mani, non importa. Il tuo bambino adesso non ha più paura
dell'aria. Nemmeno delle urla del suo babbo.
Perchè il salame più buono del mondo si fa solo con tanto
amore.