Il blu che dipinge l'acqua e gli oceani e che con se ha del mare tutti i sapori
Il verde che dipinge i campi e i prati come cieli colorati
L'arancione che colora l'arancia, la pesca e il melone
Il giallo che colora il sole e riscalda il nostro cuore
e per ultimo il rosa, ma non per importanza
che con grazia adorna la stanza di ogni ragazza
Attraverso le nostre scelte consapevoli è possibile diminuire i consumi per l'affermazione di un'economia sostenibile ed equa. Dai modelli di comportamento, ai trasporti e alle letture tutto è materia per un approfondimento che porti a discriminare tra l'utile e il vacuo, tra la sostanza e l'effimero, tra il modello virtuoso e il pedissequo seguito a richiami di inconsistente benessere.
lunedì 29 dicembre 2014
giovedì 25 dicembre 2014
Il Natale di Francesco
Francesco entrò nella casa del padre. La madre lo guardò con severità e apprensione. Era vestito con abiti eleganti e puliti. I piedi erano calzati da sandali di cuoio coperti da lana grezza. Questo apparire aumentò lo stupore e la speranza di sua madre. Suo padre gli venne incontro guardandolo con affetto senza soffermarsi sul suo aspetto. Lo abbracciò e il figlio ricambiò il gesto. Si sedettero al tavolo e i genitori lo guardarono facendogli intendere che spettava a lui l'onore della preghiera di ringraziamento. Francesco prese un grosso pezzo di pane e ci appoggiò sopra le mani, accarezzandolo lungamente. Sua madre e suo padre lo guardavano commossi. Discoste, ai lati della stanza, le due serve si inginocchiarono e si segnarono. Subito dopo iniziarono ad arrivare i piatti, semplici pietanze ordinate appositamente dal padre di Francesco. Mangiarono in silenzio. Verso la fine del pasto il padre iniziò a parlare dei suoi affari, dei nuovi mercati che aveva aperto e dei viaggi che non avrebbe più potuto affrontare. Infine parlò dei suoi averi e di che cosa aveva disposto. Francesco si alzò e lo abbracciò. Il padre, seduto, rimase immobile tenendo strette sul petto le mani del figlio. Due grosse lacrime gli rigavano il viso poi lo guardò e disse "Ti ringrazio per avere accettato il nostro invito e per avere onorato la tua famiglia e la tua casa. Comprendo che le stoffe dell'abito che indossi sono per te un tormento, ma ti ringrazio per avere rispettato il decoro di questa casa. Tua madre nutre sempre la speranza che tu possa tornare da noi, ma non pensare che non rispetti le tue scelte. E' tua madre e tu sei l'unico suo figlio." Francesco ascoltava con la testa china. Suo padre non parlava con rancore, non teneva più la parte di chi ha subito un torto. Gli parlava con dolcezza, con complicità. Ormai l'aveva capito in tutto. Anche la ragione di quegli abiti indossati appositamente per il giorno di Natale. Francesco temeva che si illudesse che si fosse ravveduto che fosse tornato alla casa per chiedere perdono. Quel giorno capì che suo padre non si sarebbe mai più illuso. Baciò sua madre e l'abbracciò. La sentì irrigidirsi e poi scostarsi leggermente. Uscì. L'aria era fredda e il suo corpo, dopo il tepore della casa paterna, stentò a riabituarsi a clima rigido di quell'inverno. Guardò in alto e dalla finestra: suo padre lo stava guardando. Lo fissò e alzò la mano. Francesco non lo lesse come un saluto, ma come un cenno di intesa. Non lo rivide mai più da vivo, ma quello sguardo di tacita approvazione se lo portò sempre dentro, anche nei momenti più duri della sua vita.
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